Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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lunedì 28 agosto 2017

Emancipazione, liberazione, coscienza rivoluzionaria, di classe, di genere/quando l'autodeterminazione femminile passò dalla rivoluzione bolscevica

          
 Alla metà del XIX secolo il tema della uguaglianza sociale stava cominciando a prendere piede anche in Russia. Nel 1859 l'Università statale di San Pietroburgo permise alle donne di assistere ai propri corsi, ma la politica riformista fu revocata solo quattro anni più tardi. Nel corso degli anni '60 del XIX secolo un movimento femminista cominciò ad esistere a San Pietroburgo: venne diretto da Anna FilosofovaNadezhda Stasova e Mariia Trubnikova, che insieme erano conosciute come il "triumvirato".[..]

Nel 1910 Poliksena Nesterovna, prima donna ad essersi diplomata in ginecologia in tutta la Russia, diventò presidente della Lega russa per i diritti delle donne; l'obiettivo primario sotto la sua guida fu quello del suffragio femminile universale: il movimento guadagnò molto sostegno popolare sia all'interno sia all'esterno del paese. Nel marzo del 1917 il governo provvisorio che aveva sostituito l'autocrazia di Nicola II di Russia concesse alle donne russe il diritto di voto e di presiedere un ufficio politico: fu la prima riforma effettuata dal nuovo potere politico.[<>]

Le donne nella Russia Sovietica sono diventate un parte fondamentale nella mobilitazione nella forza-lavoro e questa apertura delle donne in settori precedentemente irraggiungibili hanno permesso opportunità di istruzione, sviluppo personale e formazione.(..)

Dimostrazione di donne sulla Prospettiva Nevskij, 1917. L'iscrizione sul manifesto recita: "Senza il diritto di voto alle donne la partecipazione non è generale".
- L'UGUAGLIANZA delle donne e degli uomini è stata fondata durante la rivoluzione d'ottobre del 1917. Lenin ha visto le donne principalmente come una forza di lavoro precedentemente inutilizzata ed in questo senso ha incoraggiato le donne a partecipare alla rivoluzione comunista. 

Le donne, che dovevano essere inizialmente prive di libertà nei confronti degli uomini, ora potevano acquisire i propri diritti di liberazione attraverso la concessione dell'accesso al campo produttivo: il numero di donne che entravano nella forza lavoro è passato da 423.200 nel 1923 a 885 mila nel 1930. Per raggiungere questo significativo aumento femminile nella forza lavoro, il nuovo governo comunista ha emesso il suo primo codice familiare; questo ha separato il matrimonio dalla Chiesa (comunità), ha permesso ad una coppia di scegliere un cognome, ha dato ai figli illegittimi gli stessi diritti di tutti gli altri, ha promosso i diritti di maternità, la protezione sanitaria e la sicurezza sul lavoro ed infine ha permesso alle donne di avere diritto al divorzio se ve ne fossero stati motivi adeguati. Nel 1920 il governo sovietico legalizzò l'aborto. Anche legislazioni sul lavoro hanno aiutato le donne; hanno ottenuto difatti uguali diritti in materia assicurativa in caso di malattia, il congedo di maternità retribuito di otto settimane e uno standard di salario minimo fissato sia per gli uomini che per le donne. Ad entrambi i sessi è anche stato concesso un congedo di vacanza retribuito.

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Tra il 1907 e il 1917 la "Lega per i diritti delle donne" divenne la più importante organizzazione femminista russa. Come la precedente Società di mutua filantropia essa si concentrò sull'istruzione e sul benessere sociale, ma spinse anche per ottenere pari diritti per le donne, incluso il suffragio femminile, la parità nell'ereditare e la fine delle restrizioni nel passaporto.

La rivoluzione di febbraio rovesciò il regime zarista (vedi fine dello zarismo) e istituì un governo provvisorio. Le donne furono ben visibili in questa fase rivoluzionaria raccogliendosi in una protesta di massa nella "giornata internazionale della donna" per richiamare l'attenzione e reclamare i diritti politici. Esse guadagnarono certi diritti sotto il governo provvisorio, compreso il diritto di voto. (..) Vi fu anche un numero record di donne all'interno dell'esercito russo; tutte le unità di combattimento femminili vennero messe in prima linea, il primo di questi si formò nel maggio del 1917.(..) 

I bolscevichi salirono al potere con l'idea di liberare le donne e trasformare l'istituzione familiare. Furono in grado di pareggiare lo status legale delle donne con quello degli uomini riformando alcune leggi come il codice in materia di matrimonio, la famiglia e la tutela (ratificata nell'ottobre del 1918) che permetteva ad entrambi i coniugi di conservare i propri diritti di proprietà e i relativi guadagni, dando inoltre ai figli nati al di fuori del matrimonio gli stessi diritti degli altri, infine resero il divorzio disponibile su richiesta.(..)

I bolscevichi costituirono uno specifico dipartimento del partito per le auto-attività delle donne, il Ženotdel (attivo dal 1919 al 1930). Sotto la guida di Aleksandra Michajlovna Kollontaj e con il sostegno di donne come Inessa Armand e Nadežda Konstantinovna Krupskaja il Ženotdel prese a diffondere le notizie della rivoluzione, insegnando a rispettare le sue leggi, istituendo corsi di educazione politica e alfabetizzazione per le donne della classe operaia e per le contadine, combattendo inoltre la prostituzione. (..)

La rivoluzione di ottobre del 1917 fu catalizzata in parte dalle dimostrazioni delle lavoratrici, generando un aumento delle adesioni al movimento. Nello stesso anno a causa del continuo gruppo di pressione della società la Russia divenne la prima grande potenza mondiale a concedere alle donne l'importante diritto di voto. Un generoso congedo parentale di maternità venne legalmente riconosciuto e fu istituita una rete nazionale di centri per l'infanzia. Con la Costituzione sovietica del 1936 vennero riconosciuti uguali diritti alle donne, sebbene proprio in quegli anni si fosse registrato un arretramento dei diritti femminili in quanto ad autodeterminazione (es. l'aborto).

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a partire dall'ottobre del 1918 la neonata Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche liberalizzò il divorzio e l'aborto nelle sue legislazioni, depenalizzò l'omosessualità, permise la convivenza al di fuori del matrimonio ed inaugurò tutta una serie di riforme che permisero una vera e propria rivoluzione sessuale rossa.(..) 

Si stima che tra le 50.000 e le 70.000 donne circa si riunirono nell'Armata Rossa nel 1920 per compensare così il 2% delle forze armate complessive.

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Materiale assemblato e parzialmente corretto da Wiki alle voci

Condizione della donna in Russia

Femminismo in Russia
Donne nella rivoluzione russa

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