Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 26 giugno 2015

NEMICI DI CLASSE


Sottoscrivo per intero lo scritto del collega di Torino

Renzi, Giannini, Faraone e Puglisi (ometto volontariamente egregi perché di onorabile non avete nulla e perché sono stufo di ogni formalismo vuoto ed ipocrita che mira a profumare il putrido olezzo di pratiche politiche violente e antidemocratiche), i vostri sorrisi e abbracci di il 25 giugno in senato, dopo l’approvazione della controriforma della scuola, sbattuto in faccia alle lacrime, alla delusione e alla disperazione di centinaia di migliaia di docenti, studenti e cittadini che in questi mesi hanno contrastato con forza e tenacia il vostro progetto di smantellamento dell’istruzione statale, sono quanto di più volgare e indecoroso poteste fare. Arroccati dentro uno vigliacco e svilente (per voi) voto di fiducia, ciechi e sordi di fronte ai veri bisogni di una scuola autenticamente democratica ed emancipatoria, avete consapevolmente deciso di smantellare la scuola della Costituzione per costruire una scuola classista, verticale, aziendale, autoritaria, confindustriale, funzionale ad un capitalismo liberista europeo sempre più asfittico che cerca disperatamente di realizzare e massimizzare i profitti sulla precarizzazione del lavoro e sulla privatizzazione dei beni pubblici.

Privi di un orizzonte politico che metta al centro la dignità dell’uomo, del lavoro e del lavoro, avete espulso dalla scuola migliaia di docenti e avete soffocato la libertà di insegnamento, delineando la figura professionale dell’insegnante-vassallo alla corte del preside-feudatario. Dal job acts alla buona scuola la strada che avete percorso è la stessa: meno e pochi diritti per tutti, più privilegi per pochi.

La democrazia autoritaria aveva bisogno di una scuola autoritaria e voi l’avete approvata.

La società della disuguaglianza aveva bisogno di una scuola ingiusta e voi l’avete votata.

La società della precarietà aveva bisogno di una scuola precaria e voi l’avete approvata.

La democrazia dei consumatori aveva bisogno di una scuola mercificata e voi l’avete votata.

Per questo la storia vi giudicherà e vi condannerà.

Ma se le nostre lacrime, la nostra delusione e la nostra disperazione si trasformeranno in un oceano di rabbia e disobbedienza civile, la vostra illusoria vittoria di oggi sarà la vostra sicura e liberatoria sconfitta di domani.

Il 25 giugno non deve essere un giorno di lutto, ma l’inizio di una nuova stagione di lotta ancora più matura e radicale che da settembre deve boicottare in ogni sede l’attuazione della cattiva scuola renziana. Gandhi, i partigiani antifascisti, Martin Luther King, don Milani ce lo hanno insegnato: alle leggi inique ed ingiuste si risponde con il sabotaggio e con l’obiezione di coscienza.

Il futuro è ancora nelle nostre mani, dipende da quanto noi vogliamo sporcarle per costruire una scuola che formi cittadini e non consumatori, lavoratori consapevoli e non lavoratori precari, uomini liberi e non sudditi.

Matteo Saudino
docente di storia e filosofia a Torino
su: http://comune-info.net/2015/06/e-ora-disobbedienza-civile/#



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