Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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mercoledì 31 dicembre 2014

La frase dell'anno. Buon 2015


Nella memoria degli esseri umani,

POCO E' STORIA, MOLTO E' LEGGENDA, TUTTO E' MITO! (....e rito)

alle scienze umane e sociali la critica di questa memoria
la pedagogia tramanderà la storia, la psicologia spiegherà le leggende, l'antropologia la formazione e l'alimentazione del mito, la sociologia descriverà chi siamo oggi e, forse, dove siamo diretti.
Tutto è simboleggiato nella letteratura per l'infanzia, nelle favole attraverso l'immaginazione, nelle fiabe attraverso la fantasia. Questo è l'unico, vero, 'altro mondo' che conosciamo.

Ferdinando Dubla, 2014

"Leggende, tradizioni, fantasticherie non hanno nessuna realtà nè nella vita dei sensi, nè nella vita razionale e tuttavia costruiscono spesso un modo di vita, storicamente definito."
Dina Bertoni Jovine, 1962

Auguri di buon anno.

venerdì 26 dicembre 2014

Cuba-USA: cosa c'è dietro la 'distensione'


Dopo che nel 1959 la rivo­lu­zione cubana pose fine al domi­nio sta­tu­ni­tense, ini­ziato con la guerra ispano-americana del 1898, gli Usa hanno cer­cato per oltre mezzo secolo di ricon­qui­stare Cuba ricor­rendo a ogni mezzo: dall’invasione al ter­ro­ri­smo di stato, dall’isolamento all’embargo.

Ma la resi­stenza del popolo cubano, orga­niz­zato in «Stato socia­li­sta di lavo­ra­tori, indi­pen­dente e sovrano» (art. 1 della Costi­tu­zione), ha fatto fal­lire il ten­ta­tivo. È stato costretto a pren­derne atto il pre­si­dente Barack Obama, rista­bi­lendo le rela­zioni diplo­ma­ti­che e allen­tando in parte l’embargo.

Tale deci­sione viene accolta con gioia dai cubani e da coloro che li hanno soste­nuti, in quanto frutto della loro lotta. Con­tem­po­ra­nea­mente però si assi­ste a una vasta cam­pa­gna che fa assur­gere il pre­si­dente Obama agli onori della Sto­ria, come se avesse dato un taglio netto alla aggres­siva poli­tica sta­tu­ni­tense verso Cuba.

Inter­pre­ta­zione smen­tita dalla stessa Casa Bianca. «Decenni di iso­la­mento di Cuba da parte degli Usa – si legge nel docu­mento uffi­ciale – non sono riu­sciti a rea­liz­zare il nostro obiet­tivo: oggi, come nel 1961, Cuba è gover­nata dai Castro e dal Par­tito comu­ni­sta». Rista­bi­lendo le rela­zioni diplo­ma­ti­che, «gli Usa con­cen­trano i loro sforzi nel pro­muo­vere l’indipendenza del popolo cubano, così che esso non debba fare affi­da­mento sullo Stato cubano».
L’amministrazione Obama, dun­que, non cam­bia la stra­te­gia mirante alla distru­zione dello Stato cubano. Cam­bia solo il modo per rea­liz­zarla. Non ci sarà un nuovo sbarco tipo quello della Baia dei Porci, effet­tuato nel 1961, sotto la pre­si­denza del demo­cra­tico Ken­nedy, da con­tro­ri­vo­lu­zio­nari cubani adde­strati e finan­ziati dalla Cia.

Ci sarà, sotto la pre­si­denza del demo­cra­tico Obama, lo sbarco di orga­niz­za­zioni «non-governative» (ema­na­zione della Cia e del Dipar­ti­mento di Stato), inviate da Washing­ton per «pro­getti uma­ni­tari di soste­gno al popolo cubano». Il Con­gresso degli Stati uniti – sot­to­li­nea il docu­mento della Casa Bianca – ha stan­ziato ingenti «fondi per la pro­gram­ma­zione della demo­cra­zia a Cuba, fina­liz­zati a for­nire assi­stenza uma­ni­ta­ria, pro­muo­vere i diritti umani e le libertà fon­da­men­tali, soste­nere il libero flusso di infor­ma­zioni, inco­rag­giare le riforme nei nostri con­tatti ad alto livello con fun­zio­nari cubani». Saranno in par­ti­co­lare finan­ziate «le atti­vità di fon­da­zioni pri­vate e isti­tuti di ricerca e istruzione».

Insieme alle orga­niz­za­zioni «non-governative» con le tasche piene di dol­lari, sbar­che­ranno le mul­ti­na­zio­nali Usa che, scrive il «New York Times», stanno costi­tuendo una «testa di ponte» per pene­trare con i loro capi­tali nell’economia cubana, pun­tando al set­tore delle bio­tec­no­lo­gie (molto svi­lup­pato a Cuba), a quello mine­ra­rio (soprat­tutto del nic­kel di cui Cuba pos­siede una delle mag­giori riserve al mondo), al set­tore alber­ghiero e turi­stico dalle grosse potenzialità.

La sfida che ha di fronte il popolo cubano è come impe­dire che le con­qui­ste della rivo­lu­zione ven­gano vani­fi­cate dalla nuova offen­siva con­dotta da Washing­ton con stru­menti non meno peri­co­losi dei pre­ce­denti.
Oggi la situa­zione è più favo­re­vole per Cuba: gran parte dell’America latina non è più «il cor­tile di casa degli Stati uniti» e Cuba, insieme a Vene­zuela (sog­getto a nuove san­zioni Usa) e altri paesi, ha dato vita all’Alleanza boli­va­riana per le Ame­ri­che. Deci­siva è una nuova gene­ra­zione che a Cuba porti avanti la rivo­lu­zione, facendo fal­lire il piano di Washing­ton di demo­lire lo Stato socia­li­sta in nome di una «indi­pen­denza del popolo cubano», che sarebbe una nuova dipen­denza dall’imperialismo Usa.


Manlio Dinucci, 22.12.2014 da il Manifesto del 23/12/2014

mercoledì 24 dicembre 2014

L'educazione (Mandela)


 
"L'educazione è il grande motore dello sviluppo personale. E' grazie all'educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione.
Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall'altra"
 
Nelson Mandela

martedì 23 dicembre 2014

Favole 'esopiche': auguri di buon Natale


IL DRAGO E IL GUERRIERO

C’era una volta un piccolo drago che non sapeva volare, e non riusciva a sputare fuoco. Riusciva solo a fare fumo. Tutti gli altri draghi lo prendevano in giro e lui si sentiva triste e solo. Infatti così un giorno decise di andare via da quel villaggio… cammina cammina, arrivò in un paese dove viveva un guerriero buono e bravo. Il guerriero vide il drago triste e decise di aiutarlo. Prima gli insegnò a volare e poi per dieci giorni su mille pensò a come aiutarlo a sputare fuoco. Finalmente trovò la medicina per la sua malattia. In quel paese c’era un vulcano e il guerriero e il drago andarono insieme sul vulcano. Il guerriero disse al drago:- assaggia questa lava e vedrai che sputerai fuoco. Il drago assaggiò la lava e riuscì a sputare fuoco, decise così di ritornare nel suo villaggio e tutti gli altri draghi rimasero a bocca aperta quando lo videro che anche lui riusciva a sputare fuoco. E il drago tutto felice e contento disse: “ Chi la fa l’aspetti”!

LA CAPRETTA E L'AMORE

Un giorno in un bel gregge trovarono una piccola capretta, era bellissima ma con un piccolo difetto era dal pelo nero. Per questo motivo tutto il gregge la scartava e la lasciavano in disparte. Un giorno di pioggia la piccola pecorella scappò e andò nel bosco, dopo un po’ di tempo arrivò un piccolo folletto e le chiese perché stava piangendo e la capretta disperata rispose: nessuno mi vuole, nessuno mi considera eppure io avrei tanto amore da dare. Il folletto chiamò gli altri folletti e le chiese di mettere in atto la loro magia e fare un mantello di fili di arcobaleno e così fecero. La capretta fu subito felice, e sprizzava di felicità, gioia e amore e andò dalle altre caprette donando amore anche a chi l’aveva fatta soffrire tanto.

Entrambe le favole sono state elaborate da Chiara De Stratis, studentessa del corso di Pedagogia del liceo delle scienze umane "F.De Sanctis" di Manduria (TA)

a tutti un sereno Natale!
(fe.d.)

giovedì 18 dicembre 2014

La truffa della consultazione sulla 'buona scuola' di Renzi



La scuola boccia il piano Renzi sugli scatti «di merito»



—  Roberto Ciccarelli, Il Manifesto, 15.12.2014

«Buona scuola». Resi noti i dati della consultazione sulla «Buona scuola»: il 60% respinge il piano sugli scatti stipendiali solo per i 2/3 dei docenti in base al merito. Il 46% è per un sistema misto su stipendio e merito, il 14% per l’anzianità. I presidi favorevoli alla «scuola azienda». Contraria la maggioranza di docenti e studenti



La maxi-consultazione pro­mossa dal governo sulla «Buona Scuola» ieri ha con­se­gnato un risul­tato impre­ve­di­bile. Il piano Renzi che pre­vede l’aumento dello sti­pen­dio al 66% dei docenti gra­zie ai cre­diti accu­mu­lati in base al merito è stato boc­ciato. Solo il 35% ha votato «meri­to­cra­zia», il 46% si è espresso per un «sistema misto» tra ser­vi­zio e merito. A que­sto biso­gna aggiun­gere chi è rima­sto sulle posi­zioni tra­di­zio­nali: il 14% vuole un sistema basato sull’anzianità.

Una sonora scon­fitta del governo. Era pre­ve­di­bile, dopo le grandi mani­fe­sta­zioni stu­den­te­sche e l’opposizione dei docenti ad una riforma per la quale si è speso il pre­si­dente del Con­si­glio in per­sona. Per­sino una con­sul­ta­zione che doveva dare una veste sta­ti­stica e com­pu­ta­zio­nale alla tra­sfor­ma­zione della scuola in senso azien­da­li­stico e neo­li­be­rale ha regi­strato un dis­senso dif­fuso nel paese.

Nella con­fe­renza stampa cele­bra­tiva tenuta ieri al mini­stero dell’Istruzione a Roma (con un con­certo), si è cer­cato di sor­vo­lare sul senso di que­sti dati, anche se sono state rico­no­sciute «cri­ti­cità». La par­te­ci­pa­zione è stata alta, si è detto. Gli accessi al sito labuo​na​scuola​.gov​.it lo con­fer­me­reb­bero: 1 milione e 300 mila visite; 207 mila «discus­sant» online; 200 mila par­te­ci­panti ai 2400 dibat­titi che avreb­bero coin­volto il 70% delle scuole ita­liane. Dati che suf­fra­gano l’esito prin­ci­pale di un son­dag­gio pub­bli­ciz­zato dalla Rai a reti uni­fi­cate e che ora si è tra­sfor­mato in un boo­me­rang che ren­derà neces­sa­rio, forse, un aggiu­sta­mento del tiro.
Il mini­stro dell’Istruzione Gia­nini ha sot­to­li­neato che l’81% dei con­sul­tati ha espresso parere posi­tivo sulla pro­po­sta di basare lo sti­pen­dio dei docenti sul merito e non sull’anzianità. «Sta qui il valore poli­tico di una con­sul­ta­zione» ha scandito.

Nelle 73 pagine del libretto che riporta i risul­tati si sco­pre che ad essere «molto d’accordo» è l’87% dei diri­genti sco­la­stici, inte­res­sati alla nascente figura del «pre­side mana­ger» che chia­merà diret­ta­mente i docenti per com­porre quella che nel gergo neo­li­be­rale viene defi­nita la «squa­dra». Favo­re­vole anche il 70% dei geni­tori che hanno par­te­ci­pato alla con­sul­ta­zione. «Meno favo­re­voli», o del tutto con­trari, il 64% dei docenti e il 56% degli stu­denti. Anche in que­sto caso si tratta della mag­gio­ranza dei sog­getti diret­ta­mente coin­volti nel lavoro didat­tico. Al di là dell’impostazione del son­dag­gio, che rischia di creare una con­flit­tua­lità tra i diri­genti e le fami­glie, da un lato, e i docenti “con­ser­va­tivi” dall’altro lato, la pro­po­sta ren­ziana non sem­bra avere convinto.

Cer­chiamo allora di capire la ragione di que­sto rove­scio. Il piano Renzi sulla scuola pre­vede l’abolizione degli scatti sti­pen­diali e l’introduzione di cre­diti per meriti didat­tici, titoli o inca­ri­chi nella buro­cra­zia sco­la­stica. Il totale di que­sti «cre­diti» gene­rerà l’aumento degli sti­pendi. Il primo scatto verrà matu­rato 4 o 5 anni dopo l’assunzione e andrà a regime entro tre anni. Que­sti aumenti riguar­de­ranno solo il 66%, cioè i due terzi. A que­sta discri­mi­na­zione sull’intero corpo docente, se ne aggiunge un’altra all’interno di que­sto 66%. I meri­te­voli non saranno sem­pre le stesse per­sone. Pur «eccel­lenti» nel loro lavoro dovranno pas­sare il testi­mone a qual­cuno che corre più veloce di loro. Secondo alcune pro­ie­zioni, cir­co­lanti tra sin­da­cati e gior­nali spe­cia­liz­zati, que­sto mec­ca­ni­smo por­terà a tagli sulle retri­bu­zioni pari tra i 200 e i 331 milioni di euro. Se è vero che qual­cuno per­ce­pirà fino a 9 mila euro in più all’anno, tutti per­de­ranno da 45 a 72 euro al mese. Dopo avere bloc­cato i con­tratti, ora l’austerità si finan­zia con i soldi dei docenti e con la corsa alla «meri­to­cra­zia». Del resto, lo stesso son­dag­gio tra­duce le per­ples­sità sul rischio di tra­sfor­mare la scuola in un super­mer­cato dei crediti.

Per capire tali per­ples­sità biso­gna leg­gere le con­sul­ta­zioni svolte nelle ultime set­ti­mane da perio­dici spe­cia­liz­zati e dai sin­da­cati. Un son­dag­gio di «Oriz­zonte Scuola», ad esem­pio, ha regi­strato l’88% di «No» alla riforma «meri­to­cra­tica». In un’altra con­sul­ta­zione pro­mossa dalla Gilda i «No» sono stati l’84,3%. La chia­mata diretta dei presidi-manager è stata respinta con il 76%. Oltre 4 mila lavo­ra­tori della scuola, com­preso il per­so­nale Ata disco­no­sciuto dalla riforma Renzi-Giannini, si sono espressi nega­ti­va­mente nell’indagine «la scuola giu­sta» della Flc-Cgil. Il ten­ta­tivo di que­ste con­sul­ta­zioni è stato quello di ricom­porre una «comu­nità» sco­la­stica che invece il governo vuole divi­dere nella cro­ciata per la rifon­da­zione del «patto edu­ca­tivo».
In una con­sul­ta­zione tesa a fide­liz­zare dall’alto il pub­blico rispetto a deci­sioni già prese è emerso il soste­gno all’altro punto chiave: la chiu­sura delle gra­dua­to­rie in esau­ri­mento (Gae) e l’assunzione di 148 mila docenti pre­cari a set­tem­bre. Soste­gno anche alla gestione dell’organico fun­zio­nale che per la riforma spin­gerà i neo-assunti a muo­versi di città in città alla ricerca di un posto e alla mobi­lità tra le cat­te­dre. Il son­dag­gio dà corpo al futuro di que­sti docenti: alle scuole pri­ma­rie dovranno ser­vire per gestire le sup­plenze. Nella secon­da­ria sarà fun­zio­nali al recupero.

Nes­suna parola sui circa 100 mila pre­cari esclusi dall’assunzione a set­tem­bre. Per la Corte di giu­sti­zia euro­pea devono essere assunti quelli che hanno 36 mesi di ser­vi­zio con­ti­nua­tivi negli ultimi cin­que anni. Il governo ieri ha riba­dito la linea: per loro c’è il con­corso nel 2016 (40 mila posti). Gli altri dovranno sal­tare il turno e restare disoccupati.

martedì 16 dicembre 2014

Impressioni del Sol Levante


"Gli artisti erano esseri di una specie diversa,mezzo angeli, mezzo demoni, distinti nella sostanza dagli uomini comuni. Le opere d'arte costituivano una realtà a parte, più pura, più perfetta, più ordinata, rispetto a questo mondo sordido e volgare. Entrare nell'orbita dell'arte era accedere a un'altra vita, nella quale non solo l'anima, ma anche il corpo si arricchiva e godeva attraverso i sensi."


                                 MARIO VARGAS LLOSA
                                 Da:" Il Paradiso è altrove"