Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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sabato 30 agosto 2014

DINA BERTONI JOVINE: azione educativa e spirito umano


(..) Ogni individuo che ci si presenta e' un individuo a se' che somiglia agli altri individui per alcune leggi generali di sviluppo, per attitudini comuni, ma ha sempre una caratteristica sua personale per cui reagisce agli stimoli in maniera personale. (..)
Lo spirito umano e' un qualche cosa che non si piega a nessuna forma predeterminata, che non risponde alle voci che vengono dall'esterno sempre alla stessa maniera, che si può dire abbia una reazione diversa per ogni momento e per ogni circostanza. Di qui la difficoltà dell'azione educativa.

Dina Bertoni Jovine, prima lezione ad aspiranti maestre, 1962
sta in "Educazione, storia, società" ( a cura di Angelo Semeraro), Congedo, 1990, pp. 34-35

lunedì 25 agosto 2014

Ennesimo tentativo controriformistico sulla scuola: i piani dell'accoppiata Renzi-Giannini per trasformarla definitivamente in azienda al servizio del mercato


Roberto Ciccarelli su 'Il Manifesto' di oggi:



Roberto Ciccarelli3 m
ROMA
Isti­tu­zione della «meri­to­cra­zia» tra gli inse­gnanti e riforma della pro­fes­sione docente su tre fasce sti­pen­diali: inse­gnanti ordi­nari, esperti e senior. Lo sti­pen­dio dei pro­fes­sori a scuola sarà così legato al «merito» e non all’anzianità di ser­vi­zio. Da isti­tu­zione pub­blica, la scuola ita­liana verrà tra­sfor­mata secondo i cri­teri azien­da­li­stici dove c’è la con­cor­renza tra i dipen­denti e i diri­genti sulla base del loro ren­di­mento nella for­ma­zione degli stu­denti e della «pro­dut­ti­vità» degli isti­tuti in cui lavo­rano. «Chi fa di più prende più soldi» è l’idea di fondo dell’esecutivo.
Poi c’è l’eliminazione delle sup­plenze brevi per 400 mila docenti pre­cari iscritti alle gra­dua­to­rie di isti­tuto e crea­zione dell’«organico fun­zio­nale». Quello «di fatto», sul quale è orga­niz­zata la scuola ita­liana dovrebbe andare in sof­fitta. Sono i punti prin­ci­pali della «riforma» della scuola alla quale sta­rebbe lavo­rando il governo Renzi in vista dell’atteso Con­si­glio dei mini­stri di venerdì 29 agosto.
In quella occa­sione, il mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini pre­sen­terà una «visione» arti­co­lata in «29 linee guida». «I sup­plenti non saranno eli­mi­nati fisi­ca­mente» ha pre­ci­sato ieri Gian­nini al mee­ting di Comu­nione e Libe­ra­zione a Rimini.

Per Gian­nini le sup­plenze andranno «ricon­si­de­rate», anche per­ché «si sa già dall’inizio dell’anno sco­la­stico quali sono i posti da sosti­tuire sta­bil­mente» ma «un mec­ca­ni­smo per­verso che ci tra­sci­niamo da decenni non ci con­sente di lavo­rare se non con l’organico di diritto e quindi di riem­pirlo attra­verso le gra­dua­to­rie». Il suo obiet­tivo è «ragio­nare in ter­mini di orga­nico fun­zio­nale e non di orga­nico di diritto che si distin­gue dall’organico fun­zio­nale. Le sup­plenze non fanno bene nè a chi le fa nè a chi le riceve».

Si parla inol­tre di un ripe­scag­gio della «legge Aprea» che il governo Monti era stato costretto a riti­rare dopo una mas­sic­cia mobi­li­ta­zione degli stu­denti medi nel 2012; del per­fe­zio­na­mento dell’alternanza «scuola-lavoro» sul «modello tede­sco»: gli stu­denti degli isti­tuti pro­fes­sio­nali e tec­nici andranno a lavo­rare da apr­pen­di­sti sin dal 4° anno. Si voci­fera di un piano straor­di­na­rio di immis­sioni (100mila) in ruolo su tutti i posti vacanti e un con­corso ogni due anni. Per Mimmo Pan­ta­leo (Flc-Cgil) «se rispon­dono a verità le indi­scre­zioni sugli scatti e la meri­to­cra­zia fuori dal sistema con­trat­tuale per noi è inac­cet­ta­bile». Le «linee guida» ver­ranno discusse per due mesi da set­tem­bre. Il «pac­chetto» dovrebbe con­tare su fondi ulte­riori rispetto al miliardo stan­ziato sull’edilizia scolastica.

giovedì 21 agosto 2014

La lunga estate della scuola

da controlacrisi.org

La lunga estate della scuola tra spot, annunci e incubi (19/08/14 09:41)

Prima manifestazione della stagione: il 29 personale Quota 96 e precari al Pantheon in coincidenza con il Cdm. Dal governo lungo catalogo di annunci. E in vista della «ripartenza col botto», voci su pensionamenti e organici. A luglio non era stato speso un euro per l’edilizia. Si cercano 25 milioni per la storia dell’arte e la musica Venerdì 29 ago­sto ci sarà spa­zio anche per uno spot sulla scuola. Il Con­si­glio dei mini­stri varerà la «ripar­tenza con il botto» dello «Sblocca Ita­lia», la «riforma strut­tu­rale» della giu­sti­zia civile e, dopo gli annunci e le ritrat­ta­zioni del sot­to­se­gre­ta­rio all’Istruzione Roberto Reggi, verrà il turno della «riforma» della scuola. Alle 11 dello stesso giorno, in piazza del Pan­theon a Roma, ci sarà anche la prima mani­fe­sta­zione della stagione. In piazza ci saranno rap­pre­sen­tanti del per­so­nale sco­la­stico «Quota 96» del 2012, gli ultra­ses­san­tenni bloc­cati al lavoro dalla riforma For­nero e dai pasticci del governo Renzi sul fondo da 416 milioni negato dalla Ragio­ne­ria di Stato. Mani­fe­ste­ranno insieme ai vin­ci­tori senza cat­te­dra, agli ido­nei del con­cor­sone 2012 e ai «docenti mal­pan­ci­sti». Ci saranno i docenti pre­cari che hanno perso il loro posto in gra­dua­to­ria a causa dello spo­sta­mento in massa dei col­le­ghi del sud nelle pro­vince del centro-nord dove abbon­dano i posti. Sui pro­grammi del governo si mol­ti­pli­cano voci e indi­scre­zioni. Sul piatto Renzi sostiene che ci sia un miliardo e 94 milioni di euro, meno di un terzo dei 3,7 miliardi pro­messi il 24 feb­braio, giorno del discorso della fidu­cia alle Camere. Sono fondi desti­nati al «capi­tale fisso», cioè all’edilizia sco­la­stica, e non al «capi­tale varia­bile», cioè al lavoro e alla for­ma­zione delle per­sone. Sulla carta ci sono 450 milioni euro da desti­nare a 17.961 inter­venti di «pic­cola manu­ten­zione» per gli isti­tuti; 400 milioni per la messa in sicu­rezza; 244 milioni dallo sblocco del patto di sta­bi­lità. Di que­sto miliardo solo la metà sarebbe imme­dia­ta­mente dispo­ni­bile. Al primo luglio, data di ini­zio dei lavori, non era 
arri­vato un solo euro. Per i lavori per il «decoro» i soldi arri­ve­ranno quando le ditte appal­ta­trici ini­zie­ranno a fat­tu­rare a fine ago­sto. Per la messa a norma, invece, se ne ripar­lerà a gen­naio 2015, il tempo per fare par­tire gli appalti. Vero, o pre­sunto, l’impatto di que­sta liqui­dità ci sarà l’anno prossimo. Restano sco­no­sciute le coper­ture neces­sa­rie per risol­vere il caso dei «Quota 96». Renzi si è lasciato sfug­gire qual­che espres­sione di fasti­dio su una situa­zione che ha sca­te­nato pole­mi­che ful­mi­nanti tra il pre­si­dente della com­mis­sione bilan­cio della camera Fran­ce­sco Boc­cia (Pd) e i tec­nici della ragio­ne­ria di Stato. «Il pro­blema non sono quei 4 mila che un lavoro ce l’hanno – ha detto Renzi — bensì i milioni che non ce l’hanno». Per il pre­mier il pen­sio­na­mento di que­ste per­sone è una legit­tima aspet­ta­tiva, non un diritto. Espres­sioni che tol­gono la terra sotto i piedi dei «Quota 96». Se il governo riu­scisse a rag­gra­nel­lare i fondi, la strada per man­dare in pen­sione 4 mila per­sone resterà tor­tuosa. Sul tavolo ci sarebbe una norma che per­mette di man­dare il per­so­nale in pen­sione entro venti giorni dall’inizio delle lezioni del pros­simo anno sco­la­stico. Entro il pros­simo 31 otto­bre potreb­bero essere messi a dispo­si­zione del turn-over i 4 mila posti oggi occu­pati dai «Quota 96». Tale pos­si­bi­lità è stata fatta bale­nare l’8 ago­sto scorso dai tec­nici del Miur in una riu­nione con i Cobas. Dal suo mazzo di carte il governo potrebbe calare l’asso di un piano straor­di­na­rio di immis­sioni in ruolo sui posti vacanti. Il sot­to­se­gre­ta­rio Reggi ha par­lato di 100 mila per­sone in tre anni per esau­rire le gra­dua­to­rie. Voci anche su un nuovo «con­cor­sone» per il 2015 che sca­te­nerà pole­mi­che tra i pre­cari in gra­dua­to­ria. Si pensa di dare spa­zio alle prove Invalsi come stru­mento di misu­ra­zione delle per­for­mance. È il cuore del pro­getto neo­li­be­rale: misu­rare la «pro­dut­ti­vità» dell’insegnamento attra­verso la valu­ta­zione delle pre­sta­zioni degli isti­tuti scolastici. Un’altra misura che potrebbe vedere la luce è l’«organico a rete». Già pre­vi­sto nel decreto legge 5/2012, il governo potrebbe costi­tuire un corpo di inse­gnanti di ruolo «just-in-time» a dispo­si­zione per coprire i «buchi» degli isti­tuti. Potrebbe essere un modo per can­cel­lare le sup­plenze brevi da 10–15 giorni per i pre­cari. Si parla anche dell’introduzione di un «bonus» per i pri­vati che inve­stono nella riqua­li­fi­ca­zione dell’istituto o nella for­ma­zione al lavoro degli stu­denti. Infine si vuole poten­ziare la sto­ria dell’arte e l’insegnamento della musica. Ser­vono 25 milioni di euro per i bienni nei licei e negli isti­tuti turi­stici. Tutti ancora da trovare.

mercoledì 6 agosto 2014

SCUOLA: spending review senza fine

Luigi Galella su Il Fatto di oggi