Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 4 ottobre 2013

La strada maestra è la Costituzione

 
 
Il 12 ottobre a Roma si svolgerà, finalmente, una grande manifestazione nazionale a difesa della Costituzione e per la sua applicazione. Come tradizione vuole l’appuntamento è a piazza “Esedra” alle 13 per muoversi verso piazza del Popolo dove è previsto l’inizio degli interventi alle 15.30.

I comunisti italiani ci saranno, con le cittadine e i cittadini che credono nel valore della Carta costituzionale, di ciò che essa rappresenta, consapevoli di quanto sacrificio ne sia costata la sua conquista, nel nome di coloro i quali caddero per offrirla alle nuove generazioni come strumento di diritti e di doveri, di uguaglianza, giustizia e democrazia, per il valore di quella battaglia per la libertà, prima negata.

Ciò valga da monito per la politica, perché la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace, sono valori costituzionalmente sanciti e inattaccabili attraverso gli strumenti del potere e manovre di basso profilo istituzionale.

Il popolo italiano ha voluto questa Costituzione, il popolo italiano sarà pronto a difenderla, non mai in nome di un pretestuoso conservatorismo ma della civiltà. Il messaggio che viene dalla Carta costituzionale non è superato dai tempi, semmai va pienamente attuato sotto i suoi più vari aspetti. E se vale quanto detto da Calamandrei, ovvero che la Costituzione va intesa come “promessa di rivoluzione”, c’è da constatare che detta promessa non è stata ancora mantenuta.

Questa Costituzione non è di ieri, perché non è vero che i diritti sono contrapposti allo sviluppo economico, e l’uguaglianza non possa essere compatibile con l’equità, e che le istituzioni rappresentino ostacoli per la democrazia, e che la partecipazione debba rispondere alle ragioni di specifici interessi di casta. La Costituzione è una cosa troppo seria per offrirsi alle valutazioni speculari di alcuni. Il popolo italiano questo lo sa bene, perciò ha chiara la consapevolezza che ci sono battaglie che vanno combattute senza alcuna reticenza, perché ci sono dei fatti della vita di ognuno che inducono a superare ogni conformismo in nome della giustezza di quella battaglia, perché cambiare la seconda parte della costituzione vuol dire mettere in discussione i principi fondanti inseriti nella prima parte di essa e che la modifica dell’art. 138 vuol dire non riconoscere la struttura rigida d’impianto che ha portato i padri costituenti a redigere in maniera così misurata la Costituzione in ogni sua parte. La strumentalità dunque non sta nel non combattere questa nostra battaglia giusta ma nel far finta che non le cose non stanno così come noi le vediamo.

Perciò i Comunisti italiani sono in prima linea, in perfetta coerenza con la loro tradizione e la storia del nostro Paese. Sarà nostro dovere impegnarci a favorire la formazione di comitati territoriali larghi ed inclusivi per promuovere la difesa della Costituzione e per la sua applicazione. Dovremo prevedere iniziative diffuse sui territori a sostegno della manifestazione.

È giusto dire che la difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso culturale e politico, che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare.

A noi comunisti poi, sta particolarmente a cuore l’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia, dobbiamo batterci perché così sia realmente. La Costituzione dunque è patrimonio prezioso che va compiutamente attuata, non sbeffeggiata e semmai modificata in nome di interessi di parte. E per quanto attiene all’uguaglianza, essa va vista come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, così come la dignità della persona deve valere da bussola nei comportamenti di ognuno, soprattutto di chi governa, perché non sia la logica del mercato a svolgere la funzione preminente.

Per questo saremo in piazza, numerosi, e ciò accadrà ogni volta che sarà necessario, al fine di difendere il senso pieno della nostra Costituzione, se non altro perché noi abbiamo ben chiara la differenza di quali siano i valori di coloro i quali hanno vinto la battaglia che ha portato ad essa e quali siano invece quelli di chi quella battaglia l’ha persa!

Vincenzo Calò, Direzione nazionale PdCI

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