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venerdì 5 ottobre 2012

Intervista a Oliviero Diliberto di Luca Sappino di "Pubblico"


Intervista a Oliviero Diliberto
04 Ottobre 2012 16:19

a cura di Luca Sappino, "Pubblico" del 4 ottobre 2012


Il leader del Pdci vuole l`accordo con i democratici. Se l`intesa non ci sarà, Landini candidato
della sinistra. Con Paolo Ferrero, riguardo al rapporto con il Pd e Bersani, ancora non si sono
messi d'accordo, ma Diliberto è partito per la sua strada: «Chi dice che, siccome il Pd ha votato
le riforme del governo Monti, noi non dobbiamo più parlarci, sta rinunciando a far politica». E
Diliberto non intende rinunciare né a far politica, né a recuperare il rapporto con il Pd. «Noi del
Pdci l`abbiamo già deciso al nostro congresso dell'anno scorso: parteciperemo alle primarie»,
annuncia categorico durante in forum con la redazione di Pubblico giornale. Per sostenere chi?
«Vendola, se non sarà il candidato solo di Sel, ma di tutta la sinistra», oppure Bersani, magari
al secondo turno, «perché l'importante è che non vinca Renzi». Se poi la coalizione di
centrosinistra non si dovesse fare, per Diliberto, ha ragione Di Pietro: «Se non ci fossero le
condizioni per l`alleanza, faremo qualcosa a sinistra». E c`è già l`idea per la leadership:
«Landini? Ditemi dove devo firmare» risponde entusiasta.
     
Insomma, la Federazione della sinistra ancora non ha deciso cosa fare.
Presto risolveremo tutto Abbiamo convocato il consiglio nazionale della Federazione il 20
ottobre.
Riuscirete a mediare tra la sua posizione e quella di Ferrero?
Credo di sì. E credo che la mia posizione possa essere quella di sintesi, se letta con calma.
Perché io non propongo di fare l`accordo con il Pd e basta, io dico di provare a fare l`accordo
con il Pd. Se ci sono le condizioni, altrimenti no. Il no e il sì a prescindere sono entrambe
posizioni sbagliate.

Per lei è giusto provarci, nonostante il Pd stia approvandole riforme del governo Monti
che voi volete smontare, anche attraverso i referendum?
Io dico che non possiamo decidere senza sapere cosa ci sarà, alla fine, nella carta d`intenti di
Bersani, Vendola e Nencini: i tre che ci stanno lavorando. Poi, ovviamente, se ci saranno cose
inaccettabili, non ci saranno margini per l`accordo. Noi però, potremo dire di averci provato.
Questo chiede la base della Federazione?
I nostri militanti e i nostri elettori, in questo momento, sono divisi tra una pulsione unitaria e una
radicalità dei contenuti mai vista. Il punto è che un dirigente non deve farsi dirigere né da una
pulsione Dé dall`altra, ma fare sintesi.
Parla di Ferrero?
No, Ferrero non si fa dirigere. Credo, purtroppo, che lui sia proprio convinto che l`accordo con il
Pd non si possa trovare. Ma io confido che, da qui al 20 ottobre, possa cambiare idea.
Se l`intesa con Bersani si trova, state nella coalizione?
Certo. Se ci sono le primarie e Federazione partecipa, quella è la coalizione. Naturalmente
questo se la Federazione decide di partecipare in quanto tale.
Potreste rompere e partecipare solo voi del Pdci?
Diciamo che è possibile. Così come hanno già detto, per conto loro, anche Gian Paolo Patta e
Cesari Salvi. Fino all`ultimo però io lavorerò per preservare l`unica esperienza unitaria che la
sinistra ha conosciuto negli ultimi anni.
Quindi voi partecipate alla primarie. Con quale indicazione di voto?
Adesso vedremo. Non sono reticente, non è diplomazia: semplicemente non lo so.
Cosa le manca per decidere?
Molte cose. Le regole, ovviamente, ma anche la natura della candidatura di Vendola.
Cosa c`è che non va?
Non ho capito se Nichi si candida a rappresentare tutta la sinistra o se si candida solo come
espressione di Sinistra Ecologia Libertà.
Insomma vi deve invitare?
Non è una questione di inviti. Si tratta di capire se la sua è una candidatura che aggrega tutta la
sinistra e quindi sostiene la linea della Fiom, cioè quella di un`unità a sinistra che non rinunci al
confronto con il Pd.
In quel caso invitereste a votare per Vendola?
Potrebbe anche essere il candidato della Federazione. Questo, naturalmente, se prevarrà la
mia linea. E se, come spero, siccome non è ininfluente, rispetto al nostro obiettivo politico, se
vince Renzi o vince un altro, Rifondazione non si sottrae.
Che Rifondazione Comunista voti Vendola, dopo il duro congresso della scissione,
sembra difficile.
So bene quanti strascichi lascia un divorzio, nella vita privata come in quella pubblica, ma se
uno fa politica deve superare l`astio personale e il rancore. Se Vendola si candida a
rappresentare la sinistra è un fatto politico di prima grandezza e sarebbe l'occasione giusta per
rappresentare la nostra idea di sinistra larga.
Quanto larga immaginate la sinistra?
Noi pensiamo ad una sinistra che tenga dentro Sel e la Federazione, ma anche l`Italia dei Valori
e la Fiom, come - mi pare - abbia auspicato anche lo stesso Di Pietro.
Su Vendola non è comunque convinto.
Avverto un pericolo nella candidatura di Vendola, perché mi pare che questa possa portare via
voti preziosi a Bersani, favorendo Renzi.
Sarebbe una sciagura?
Secondo me lì c`è in ballo ciò che determinerà Io svolgimento dei prossimi trenta anni: il bivio
tra la linea di continuità con Monti - il fantomatico tecnico che in un anno ha fatto più danni di
Berlusconi in venti - rappresentata da Renzi, e la linea socialdemocratica, su cui mi sembra sia
tornato Bersani.
Potreste quindi sostenere Bersani alle primarie?
Lo scopriremo solo vivendo. Intanto dobbiamo capire se, scoperte le regole, resta in campo la
candidatura di Vendola.
Che però pare molto determinato.
Dobbiamo comunque capire, ad esempio, se saranno primarie a doppio turno o meno.
Cambierebbe tutto. L`importante è che non vinca Renzi, insomma. Il voto a Renzi è spesso un
voto a prescindere dai programmi, è un voto ad un format, ma ha una forza intrinseca che lo
rende molto affascinante e potenzialmente di successo, perché su un punto ha ragione: c`è
bisogno di un ricambio generazionale profondo. Non solo dalle parti del Pd, però. In tutta
lapolitica. Dovrebbe spettare ai vecchi fare il primo passo, senza aspettare di essere rottamati.
Anch`io sento questa esigenza.

E se il Pd non dovesse volervi. usando le leve della "sinistra dei no" e della "sinistra
litigiosa del governo Prodi"?
È bene intanto ricordare che il governo Prodi è caduto per via di Mastella e di Dini, silurato da
destra e non da sinistra.
Però pure voi l`avete fatto faticare parecchio.
Non c`è dubbio che, in quei due anni, anche noi abbiamo avuto alcune responsabilità. Da un
lato non si poteva fare cadere il governo perché altrimenti tornava Berlusconi, dall'altro
chiedevamo delle cose - tutte giuste che con una maggioranza di due voti al Senato non si
potevano ottenere.
E quindi?
Quindi perseverare è diabolico: noi abbiamo tratto alcuni insegnamenti da quella vicenda. Tra
questi la consapevolezza che il partito di lotta e di governo non esiste. Nemmeno il Pci riuscì ad
esserlo. Se ci sarà un accordo di governo, dunque, dovremo governare, altrimenti dovremo
lottare.
Se il Pd non dovesse proprio volervi?
Io lavorerò per fare un centrosinistra capace di vincere e evitare che dopo Monti ci sia ancora
Monti, ma se non si riuscirò, allora faremo una cosa a sinistra, quella di cui ha parlato Di Pietro.
Con una lista arancione?
L`arancione, in verità, non mi è mai piaciuto.
Un Partito laburista?
Non lo chiamerei partito. Quando parliamo di unità a sinistra preferisco sempre parlare di una
federazione, così nessuno perde la sua identità. Io voglio morire da comunista ma vorrei
contribuire ad un processo di aggregazione. Mi auguro che anche il Pd possa partecipare ad un
processo di scomposizione e ricomposizione di questo tipo, ma questo dipende dalle dinamiche
interne. Ho visto Fioroni che ha fatto fuoco e fiamme, dicendo che se ne andrà.
Insomma, con i sindaci e con la Fiom?
Non sarebbe la prima volta che il sindacato corre in soccorso della politica: è già successo nel
2002, quando Cofferati e la sua Cgil hanno, per un periodo purtroppo breve, incarnato per una
sinistra non solo di palazzo, la speranza.
Dopo Cofferati potrebbe essere Maurizio Landini il candidato della speranza?
Assolutamente. Ditemi dove devo firmare

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