Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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martedì 18 maggio 2010

Il tramonto di Asor

"Il grande silenzio"
di Alberto Asor Rosa
Laterza, 181 pagine,
12 euro

“(..) Si è esaurita l’intelligenza critica..). Il giudizio critico non si fonda su verità assolute ma sul senso del relativo. (..) L’«intellettuale legislatore» non è dunque quello che elargisce pensiero assoluto, ma quello che formula e propone pensiero critico.”, pp.110-111

Nel libro-intervista curato da Simonetta Fiori, il tramonto dell’intellettuale coscienza critica della società, coincide con il tramonto del ruolo di “maitre à penser” della sinistra dello stesso Asor Rosa. Questo libro ha il pregio di accorgersi di questo tramonto, con una disamina attenta e spietata delle tante contraddizioni sociali nell’epoca del ‘berlusconismo’ imperante, che deteriora il tessuto democratico del paese e corrompe quello civile. Ma il cessato ruolo dell’intellettuale ‘legislatore’ nella ‘civiltà montante’ si deve solo in parte alla degenerazione populistica e mediatica che alimenta il personalismo e il leaderismo nonché il dominio della cultura futile, evanescente e dannosa delle TV monopolio del padrone. In realtà, questo ruolo è divenuto secondario, non è cessato e comunque è fuori delle aule universitarie che Asor Rosa ha contribuito ad innovare. Egli cita poco Gramsci e la categoria di ‘intellettuale collettivo’, che invece diventa centrale oggi nell’epoca della Rete e delle connessioni infotelematiche. Sembra, a leggere nelle parole di Asor, non ci sia piena consapevolezza delle possibilità concrete di circolarità di un sapere diffuso e costruito in tempo reale senza stereotipata erudizione accademica, simboleggiati ad esempio nelle modalità dei progetti Wiki. O nelle recensioni a libri come questo, per il tramite di Anoobi, che a conti fatti ha più lettori della recensione scritta da Pigi Battista sul ‘Corriere della Sera’. O no?

giovedì 13 maggio 2010

Report incontro su Gramsci militante comunista-Bari,10 maggio 2010

Moderato da Andrea Catone, direttore de “L’Ernesto” e responsabile regionale PRC per la Formazione, l’incontro ha avuto al centro le relazioni introduttive di Dubla e Fresu.
Secondo Dubla, la traccia di lavoro feconda per una attualizzazione del pensiero e dell’opera di Gramsci va rintracciata nella categoria di ‘intellettuale collettivo’. Se la sinistra di classe del nostro paese si trova in grave difficoltà è anche perché non è riuscita a dar vita ad un progetto di ‘intellettuale collettivo’, categoria gramsciana tra le più feconde, perché richiede non solo una lettura marxista degli avvenimenti, storici e del presente, ma la costruzione realistica di un’organizzazione capace di riarticolare le lotte sociali e renderle egemoni nella costruzione di un processo avanzato di emancipazione. In Italia Gramsci è poco studiato e gli indirizzi prevalenti, come quelli della Fondazione Gramsci, sono senza una finalità concreta di forgiare strumenti per la trasformazione strutturale delle società capitalistiche. Ricorda Giorgio Baratta, presidente dell’International Gramsci Society, morto recentemente, e la sua passione, nonché il suo entusiasmo per un Gramsci vivo e straordinario compagno da non rinchiudere nella torre eburnea dell’accademia erudita (e per lo più sterile). Gramsci assegna al partito e ai suoi intellettuali organici una funzione pedagogica, non calata dall’alto, ma autoformativa perché contribuisce all’organizzazione di un lavoro politico collettivo efficace, in cui viene esercitata una direzione consapevole e dove si struttura la sfida per l’egemonia. Una sfida che oggi, per esempio, ha la conoscenza come bene comune, da assolutizzare come bene primario, da rivendicare come diritto inalienabile: la nuova frontiera delle tecnologie informatiche e telematiche, della rete, offrono possibilità concrete di circolarità di un sapere diffuso e costruito in tempo reale senza stereotipata erudizione accademica, simboleggiati ad esempio nelle modalità dei progetti Wiki.
I nuovi intellettuali ‘organici’ , nella traccia di lavoro e nella ricerca continua gramsciana, sono organici ad un progetto di classe e alla ricostruzione di un intellettuale collettivo, che combatta, nelle file della sinistra, i germi devastanti del leaderismo e dei ‘capi carismatici’, dell’individualismo e lo scimmiottamento deteriore dei valori che sono propri della destra e della sua egemonia culturale.
Fresu ha ripreso un’immagine suggestiva del Gramsci ordinovista, quella del partito come ‘barriera corallina’, che fa resistenza nei confronti del dominio capitalista e imperialista e ai suoi valori deteriori e organizza una controffensiva per una costruzione collettiva della società socialista. E il trait d’union con l’elaborazione dei ‘Quaderni dal carcere’, sta proprio nel fatto che secondo il marxismo di Gramsci, è dal luogo di produzione che si forma la coscienza di classe e dunque la sola, reale possibilità della costruzione di un processo rivoluzionario. Fresu ha emblematizzato nella stagione ‘bertinottiana’ del Partito della Rifondazione Comunista, l’abbandono di importanti categorie gramsciane e dunque il fallimento politico-culturale di una diversa identità rispetto a quella leninista, comunista, che ha portato oggi ad una situazione in cui è difficile persino parlare di unità dei comunisti nel nostro paese e dunque di agire conseguentemente. Un grande tema non solo dei ‘Quaderni’, ma dell'intera attività politica e teorica di Antonio Gramsci è stato il rapporto tra dirigenti e diretti nella scienza politica, l'utilizzo strumentale e interessato delle grandi masse da parte di ristretti gruppi che controllano oligarchicamente partiti politici, organizzazioni sociali, istituzioni rappresentative. Un tema di assoluta attualità, in un tempo nel quale con sempre più insistenza si discute della cosiddetta "casta" e si impone all'attenzione generale la crisi del rapporto di rappresentanza, la distanza della politica dai reali interessi popolari. La stessa preoccupazione è presente, nelle note dedicate al Generale Cadorna, che a suo modo costituisce una figura rappresentativa della mentalità delle classi dirigenti italiane e un emblema della contraddizione tra governanti e governati. In politica come in caserma, per i gruppi dirigenti, una volta individuata la direttiva essa va applicata con obbedienza, senza discutere, senza sentire l'esigenza di spiegarne la necessità e la razionalità. Il "cadornismo" consiste nella persuasione che una determinata cosa sarà fatta perché il dirigente la ritiene giusta e razionale, e per questa ragione viene affermata come dato di fatto indiscutibile. Esso per molti versi è la metafora di un problema storico irrisolto: l'utilizzo strumentale delle masse, il fatto che esse finiscano per essere un materiale grezzo nelle mani del "capo carismatico" di turno. Il superamento del "cadornismo", per Gramsci sarebbe dovuto avvenire attraverso il sostituirsi nella funzione direttiva di organismi politici collettivi e diffusi ai singoli individui, ai "capi carismatici", fino a sconvolgere i vecchi schemi "naturalistici" dell'arte politica.
L'antidoto al capo carismatico sarebbe stato l'intellettuale collettivo.

L’incontro si è concluso con un vivace e partecipato dibattito e con l’appello di Andrea Catone a lavorare sulle solide fondamenta del Gramsci ‘militante comunista’ e con l’analisi teorica mai disgiunta dal lavoro politico concreto per la trasformazione dello ‘stato di cose presenti’.

martedì 11 maggio 2010

Video lectio magistralis sulla Resistenza -- Manduria

Dall'evento Facebook:

La città di Manduria ricorda i valorosi partigiani che salvarono il Paese dagli orrori del nazifascismo. Il Pd, SeL e Federazione della Sinistra organizzano per il 25 aprile una manifestazione in cui c'è stata musica, buon vino e cultura storica. Nella spaziosa cornice del Corso XX Settembre il compagno ed autorevole storico Ferdinando Dubla ha tenuto una lectio magistralis dal titolo "L'attualità dei valori della Resistenza antifascista".
A seguire si è esibito un gruppo pop-folk di pizzica: i Malarazza trio. Riprese di Francesco Pasanisi, Anselmo Dimitri e Roberta Giuliano. Montaggio di Francesco Pasanisi.

http://www.vimeo.com/11557844

http://www.vimeo.com/11574729

http://www.vimeo.com/11559294

venerdì 7 maggio 2010

incontro su Gramsci militante comunista

Via Borrelli 32 - Bari
di fronte al Piccolo teatro, a pochi minuti dalla stazione ferroviaria e dal parcheggio ex Rossani

Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.

lunedì 10 maggio
ore 18.30

2° incontro su Gramsci militante comunista
intervengono
Ferdinando Dubla, autore, tra l’altro, di
Gramsci e la fabbrica
Il Gramsci di Turi
Gianni Fresu, università di Cagliari, autore, tra l’altro, di
“Il diavolo nell’ampolla - Antonio Gramsci, gli intellettuali e il partito
Oltre la parentesi - Fascismo e storia d'Italia nell'interpretazione gramsciana

ore 20.30 – Proiezione video:
Gramsci l’ho visto così (1988)
di Giorgio Baratta e Gianni Amico