Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 26 novembre 2009

NASCE LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

Anche a Taranto si è svolta l’assemblea delle forze della sinistra di alternativa

Lunedì 23 novembre scorso, nel salone di Rappresentanza dell’amministrazione provinciale di Taranto, si è svolta, conclusa da Cesare Salvi, l’assemblea che ha avviato anche nella nostra provincia, il processo costituente della Federazione della Sinistra. Il “battesimo” ufficiale si terrà nazionalmente il 5 dicembre, prima del No Berlusconi Day, con il lancio della fase che porterà entro dicembre 2010 al Congresso costitutivo. Il processo è aperto – recita il manifesto politico – ed è rivolto a tutti i soggetti politici, le associazioni, i movimenti e le singole persone che vogliono impegnarsi per il superamento del capitalismo e del patriarcato. In Italia c’è bisogno di una vera sinistra: è stato questo il leit-motiv degli interventi dell’intera serata, rappresentanti del mondo del lavoro, precari della scuola, giuristi democratici, sindacalisti: il mondo cioè di coloro che non hanno più voce nel panorama servile dei mass-media italiani e, ancor più grave, non hanno più rappresentanza nelle istituzioni. La Federazione, ha detto Cesare Salvi (dell’associazione Socialismo 2000) nel suo intervento conclusivo, è un passaggio ineludibile: dopo le diatribe, le scissioni, le divisioni, si lancia finalmente l’unico processo unitario possibile: innanzitutto quello dei due partiti comunisti, ma anche delle forze e dei soggetti radicalmente progressisti e democratici. E’ ora che le questioni del lavoro, del non-lavoro, del precariato, le urgenti e drammatiche questioni sociali, ritornino al centro dell’iniziativa politica di massa. Bisogna impostare dure battaglie su salari, scala mobile, legge 30, contratto nazionale di lavoro e precarietà. E’ stato emblematico che, mentre si svolgeva al piano di sopra l’assemblea, dinanzi al Palazzo del Governo una rumorosa delegazione dei disoccupati organizzati gridasse forte la propria protesta e le proprie proposte. La rabbia di chi vede negate le proprie prerogative e urla disperatamente per farsi sentire.
Farsi sentire, contare: è questa la scommessa difficile da vincere, l’arduo compito delle soggettività della sinistra anticapitalista, in un’Italia ormai dominata da un regime in cui a dettare l’agenda delle priorità sono i guai giudiziari di un vecchio caudillo al tramonto che ammorba e corrompe tutto il mondo politico del nostro paese. (fe.d.)

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